Un ulteriore valido rimedio per il dolore intenso alla cervicale è sicuramente la magnetoterapia. Questa tipologia di soluzione può restituire alla persona le giuste capacità di movimento e ridurre in breve tempo il dolore. Favorendo un effetto stimolante dell’irrorazione vascolare e agendo sulla ripolarizzazione delle cellule muscolari coinvolte nella contrazione si ha un’azione antinfiammatoria e antidolorifica della parte interessata.
Obiettivo del trattamento osteopatico è ristabilire una buona funzionalità (articolare, muscolare, circolatoria, di conduzione nervosa, viscerale) che permetta al corpo di affrontare in modo efficace numerosi disturbi.
L’osteopatia valuta la persona nel suo insieme, sia nella statica (esame posturale) che nella dinamica globale e segmentaria. Nell’esame del paziente, oltre ai comuni test clinici, si valutano le reazioni di movimento delle articolazioni, le tensioni muscolari e fasciali, la mobilità dei visceri.
Quindi l’osteopata cosa fa? Prescrive una diagnosi osteopatica (che non è una diagnosi di tipo medico ma solo sulle lesioni osteopatiche) viene pertanto effettuata valutando la storia del paziente ed eventuali esami di ambulatorio (radiografie, TAC, esami del sangue, etc…) e soprattutto i risultati dei test eseguiti dall’osteopata.
Queste indicazioni non vanno considerate in modo assoluto (poiché l’osteopata non è un medico), vale a dire che saranno trattabili solo alcuni tipi di vertigini, di dolori mestruali, di cefalee, etc…, in particolare quando sono già stati esclusi dallo specialista alcune cause.
In osteopatia esistono delle tecniche che agiscono sulle fasce e sui muscoli provocandone un rilassamento e facilitando un ritorno alla normalità.
Queste tecniche fasciali sono fra l’altro molto più rilassanti e risultano più efficaci se eseguite da più osteopati contemporaneamete. Da qui nasce un lavoro a più mani con due o più osteopati che trattano il paziente.
Cosa si intende per lesione osteopatica?
Si parla di lesione osteopatica quando si ha una perdita di mobilità a carico di un’articolazione.
In osteopatia il termine di articolazione viene esteso anche alle suture del cranio ed ai legamenti che collegano tra loro i visceri con le strutture circostanti. Non tutte le limitazioni articolari sono però lesioni osteopatiche.
Le lesioni osteopatiche sono distinte in primarie (da dove origina il meccanismo lesionale) e secondarie (tentativi del corpo di compensare le tensioni muscolari create dalle lesioni primarie). La cosa più importante è trovare e trattare la lesione primaria, anche se non si devono trascurare le secondarie.
Tutte le lesioni osteopatiche comportano tensioni muscolari anomale nella regione circostante all’articolazione interessata, dato che i muscoli sono motori dell’articolazione.
Spesso queste tensioni interessano piccoli muscoli e la persona non se ne rende conto, ma dato che il corpo non può funzionare in maniera efficace se esiste una situazione di questo tipo, cerca di trovare dei compensi a livello delle articolazioni e dei gruppi muscolari (meccanismo lesionale di compenso).
Un esempio: in seguito ad una distorsione di una caviglia anche lieve, si può avere una lesione osteopatica a livello di alcune ossa del piede. Questo porterà ad una tensione anomala di alcuni muscoli della gamba ed un diverso appoggio del piede a terra.
Il resto del corpo si adatta a questo cambiamento nel tentativo di ristabilire un corretto appoggio del piede a terra ed allentare le tensioni muscolari che si sono create partendo dal ginocchio, poi sull’anca e sulla colonna vertebrale, sino alla testa. Tutto questo perché il corpo cerca sempre una situazione di comfort e di risparmio di energia.
Le fasce muscolari in osteopatia
In osteopatia tutte le strutture di origine connettivale vengono definite fasce, ma per maggior semplicità si può dire che le fasce sono dei tessuti che avvolgono i muscoli e li mettono in relazione fra loro.
Hanno una importante funzione ogni volta che si instaura una lesione osteopatica, che comporta delle tensioni muscolari inadeguate, ed intervengono nel meccanismo di compenso che si crea sulle strutture muscolari ed articolari circostanti la zona della lesione osteopatica. Si può quindi dire che i meccanismi di compenso sono mediati dalle fasce.
Come agiscono le tecniche osteopatiche
Le manovre dell’osteopata intervengono sulla struttura muscolo-scheletrica ed agiscono con precisione in zone specifiche del corpo.
Si tratta di tecniche di detenzione a carico dei muscoli e dei legamenti (miofasciali), di normalizzazione articolare (ritorno alla normale mobilità di articolazione) e miglioramento della circolazione.
Esistono inoltre tecniche sull’addome per migliorare la mobilità intestinale e sul torace per rilasciare le tensioni di origine ansiosa.
Una corretta applicazione di queste tecniche può portare buoni risultati anche in casi cronici con scomparsa e riduzione di intensità dei sintomi.
Osteopatia cranio-sacrale
Si basa sulla connessione anatomica fra cranio e osso sacro grazie alle meningi che rivestono il cervello ed il midollo spinale.
In osteopatia si afferma l’esistenza di un ritmo a carico del sistema nervoso centrale che si trasmette attraverso le meningi alle ossa del cranio (movimento di espansione) ed il sacro (movimento di flesso-estensione).
Questi movimenti sono appena percettibili, ma si possono apprezzare ponendo le dita in precisi punti del cranio e del sacro. L’obiettivo del trattamento osteopatico è l’ottenimento di un buon ritmo nei casi in cui questo si trova alterato (ad es.: in conseguenza di traumi o colpi di frusta).
Osteopatia viscerale
Esiste da un punto di vista anatomico e funzionale una relazione tra i visceri e la struttura muscolo-scheletrica. Si sa inoltre che i visceri e gli organi hanno una mobilità propria ed in relazione fra loro grazie a legamenti e pieghe delle membrane di rivestimento.
La conseguenza di queste relazioni è una cattiva funzione della struttura, ad esempio la colonna vertebrale può favorire una cattiva funzione di uno o più visceri e viceversa. Il trattamento osteopatico mira, con tecniche indirette attraverso l’addome o il diaframma, a ristabilire una buona mobilità viscerale.
Tanto per fare un esempio di cosa cura l’osteopata, si possono trovare, in persone che soffrono di mal di schiena, problemi di mobilità del fegato, o del colon, o del rene, o dell’utero nella donna.
Collaborazione con i dentisti
In questi ultimi anni si è creata una stretta collaborazione fra gli steopati ed un numero sempre maggiore di dentisti dovuto al fatto che la bocca e i denti non possono essere considerati a sé stanti ma facenti parte del corpo umano.
Ciò vale soprattutto per quel che riguarda l’occlusione (il rapporto fra le arcate superiori ed inferiori con i denti a contatto) e l’articolazione della mandibola (responsabile dei movimenti di apertura e chiusura della bocca) che come tale può subire lesioni osteopatiche.
I problemi di occlusione o articolari, possono essere primari e quindi, attraverso le fasce ed i muscoli, creare un meccanismo lesionale discendente, vale a dire che il corpo cercherà di compensare le tensioni muscolari che si creano in alto (la bocca) con degli adattamenti in basso (la colonna, il bacino ed i piedi); il dolore può insorgere in alto, ma anche in basso.
Non è la sede del dolore che ci indica la reale causa del problema e può succedere che una sciatalgia (che è dovuta ad una compressione del nervo sciatico, in genere a livello delle due ultime vertebre lombari) sia il segno unico ed evidente (“fa male!”) di un problema di occlusione dentale che la colonna vertebrale non riesce più a compensare.
Altre volte problemi in bocca sono secondari a tensioni muscolari-fasciali che originano dal basso o da traumi cranici. A volte i problemi sono misti, cioè ascendenti e discendenti insieme e sono certamente i più complessi.
Un discorso simile si può fare per gli occhi e gli occhiali a causa di una relazione di tipo nervoso fra il sistema oculomotore e la colonna cervicale. Disturbi di tipo visivo o lenti non adatte possono determinare disturbi a carico della colonna.
Osteopatia: cosa può curare?
- DOLORI MUSCOLARI DI TIPO ARTROSICO, POST-TRAMATICI, DA VIZI POSTURALI (PROFESSIONALI)
- CERVICOBRACHIALGIE, CRURALGIE, LOMBOSCIATALGIE, SINDROME DEL TUNNEL CARPALE
- PERIARTRITI DELLA SPALLA, EPICONDILITI, PUBALGIE, TENDINITI
- ESITI DI TRAUMI DISTORSIVI DELLA CAVIGLIA-GINOCCHIO
- VERTIGINI
- FIBROMIALGIE, DOLORI E CONTRATTURE MUSCOLARI NEGLI SPORTIVI
- SINUSITI, NEVRALGIE DEL TRIGEMINO
- PREVENZIONE E TRATTAMENTO DELLA SCOLIOSI NEL BAMBINO
- DOLORI MESTRUALI E ALTERAZIONI DEL CICLO
- SINDROMI DA “COLPO DI FRUSTA”
- SINROMI DA “COLPO DELLA STREGA”
- CEFALEE MUSCOLOTENSIVE, ANSIOGENE, VASCOLARI